CAPITOLO 6 (1971)

 Estratto dal libro di Paolo Popeschich

“Beniamino Massimo, Un pittore romano”

Capitolo Sei 1971 (estratto)




Un aspetto ancora irrisolto della vita di Beniamino Massimo, detto Mino, è la sua misteriosa scomparsa dalla sua casa studio, avvenuta il 14 febbraio 1971.

(…)

In una lettera datata 17 gennaio 1970 confessa alla compagna di essere in ansia per le sue condizioni finanziarie. Nei suoi taccuini emerge in più occasioni quanto fosse per lui doloroso aver smesso di disegnare e in un’altra lettera, datata 10 marzo 1970 e mai spedita, chiede addirittura, all’amico Nat Tate già scomparso da dieci anni, di aiutarlo a suicidarsi.

(…)

B.M. scomparve all'alba. Sul comodino venne ritrovato l'orologio, i documenti e degli occhiali (che non risulta portasse). Le ipotesi sulla sua scomparsa sono dunque varie. Quelle dei conoscenti dell’epoca parlano esplicitamente di un'azione volontaria, escludendo un omicidio o un incidente, compiuta con gli accorgimenti necessari a non lasciar tracce. Altri hanno d'altro canto parlato di allontanamento come una sorta di esilio, forse in un convento, altri ancora hanno suggerito come unica alternativa a questa l'ipotesi del suicidio.

(…)

Infine c’è chi racconta di averlo rivisto anni dopo la scomparsa nei pressi di Subiaco, lasciando aperta l'ipotesi del ritiro monastico.

(…)

Segue Postfazione di omino71 (Beniamino Massimo: la vera storia)